Non solo giornalismo: Food Sustainability Media Award
Il Food Sustainability Media Award, ideato da Fondazione Thomson Reuters con Fondazione BCFN apre oggi le iscrizioni! Per ulteriori informazioni si vada al link.
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In allegato la locandina de:
La didattica per lo sviluppo sostenibile negli Atenei italiani
Lunedì 10 luglio 2017
Auditorium Santa Margherita
La questione, proposta dalla RUS, riguarda da vicino SHuS; nelle parole di presentazione i traguardi raggiunti in materia: “La RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, proposta formalmente in ambito CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane a luglio 2015, è la prima esperienza di coordinamento e condivisione tra tutti gli Atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. Ad oggi hanno aderito alla rete 51 Atenei della CRUI e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, nell’ambito del suo ruolo di segreteria organizzativa, ospiterà il primo convegno RUS, seguito dalla prima assemblea annuale.
La RUS con questo convegno si propone di avviare un percorso sul tema della didattica per lo sviluppo sostenibile negli Atenei italiani. Coerentemente agli obiettivi istituzionali della RUS, a conclusione del convegno verranno presentate 6 best practice relative alla didattica innovativa per lo sviluppo sostenibile: sarà un’occasione per promuovere all’interno della rete progetti già sperimentati con successo e porre le basi per sviluppare in modo congiunto ulteriori progettualità in ottica di apprendimento e contaminazione multi-stakeholder e multidisciplinare.”Convegno_RUS_10_07_2017
We are very happy to share the link to the e-book:
“Problems and progress in land, water and resources rights at the beginning of the tihird millennium“, Altravista 2016 [ISBN 9788899688158] .
The book just came out under the auspices of SHuS [Interdisciplinary Research Centre SUSTAINABILITY AND HUMAN SECURITY: Co-operation and governance agendas] of the University of Milan, that decided to share it in open access in order to create a seamless connection between scientific communities and the wider civil society.
We are pleased to quote here the dedication:
“This volume is dedicated to the memory of Sara Crippa (Segrate, 25 May 1977- Katmandu, 3 June, 2017). Sara was an exceptional woman, who in her outstanding MA research into a massive water-management project (Burkina Faso, 2003), prioritized the role of the people of the Kissirigouem district. Her whole life was indeed dedicated to deploying correct and sustainable resource management in an effort to spread social justice, and together with her husband Filippo De Monte, she brought up their children in these environments. From 2004 onwards Sara was both participant and/or leader in various cooperation projects in Chad, Tanzania, Niger, Kenya and then, finally, Nepal. Her life is a shining example of coherence and working on the cutting edge. It is our great pleasure, indeed, to remember her as a supporter of the values that SHuS has inherited from SIII and recall her presence in the 2008 SIII workshops, all of which will surely inspire us for the future.”.
Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà, nell’ambito del progetto Costruire comunità, liberare energie in collaborazione con il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici (Milano, via Conservatorio, 7), propone per il 23 giugno dalle ore 9.30 un workshop di formazione gratuito sulla coprogettazione e gestione dei patti di collaborazione, quale strumento attuativo del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni.
Avendo sottoscritto una dichiarazione di intenti, SHuS è parte della Rete Milanosifastoria, la cui IV edizione verrà inaugurata il prossimo novembre 2017, affrontando il tema delle immigrazioni a Milano, nonchè i modelli di accoglienza e integrazione messi in campo dalla Città dall’Unità d’Italia a oggi. Un seminario preparatorio ha avuto luogo il 30 maggio 2017 (ore 9-13 e 14,30 -17,30) presso la Biblioteca del Civico Liceo Manzoni, Via Deledda 11, Milano, al fine di raccogliere da tutte le realtà presenti esperienze, stimoli e iniziative per orientare la nuova edizione. Sono benvenuti anche suggerimenti e proposte che riguardino il seminario stesso il cui programma è in via di completamento) e indicazioni sulle realtà da invitare. Quindi invito i colleghi di SHuS e altri esperti che frequentino questo sito a farsi avanti con proposte ed idee da sottoporre ai referenti di MSFS.
Parte il conto alla rovescia per l’avvio del seminario sulle CITTA’ SOSTENIBILI. Vieni a dire la tua!
di Isabel Riboldi
Il 10 febbraio 2017 la Fondazione ENI Enrico Mattei ha organizzato un incontro di presentazione del rapporto della Banca Mondiale Progress Report on the Implementation of the Africa Climate Business Plan, disponibile sul sito della BM.
Raffaello Cervigni, Lead Environmental Economist della Banca Mondiale e team leader del gruppo di ricerca che ha realizzato il rapporto, ne ha illustrato i contenuti, soffermandosi sui seguenti punti:
• Perché un Africa Climate Business Plan?
Dall’analisi di dati e ricerche svolte da varie università e istituti emergono numerose vulnerabilità del continente africano ai cambiamenti climatici. Sebbene l’Unione Africana si sia posta obiettivi molto ambiziosi, soprattutto in termini di infrastrutture energetiche, i fondi destinati alle politiche di adattamento risultano inadeguati in vista del fabbisogno crescente determinato dall’acuirsi degli effetti dei cambiamenti climatici. Per questa ragione, la Banca Mondiale ha sviluppato un Business Plan con l’obiettivo di:
o Colmare il gap di flussi finanziari;
o Creare una piattaforma di concertazione politica per la mobilitazione di risorse (ad esempio il fondo IDA – International Development Association della BM), la creazione di consenso politico-istituzionale e l’impulso al lavoro sostanziale;
o Effettuare un assessment di tipo bottom-up, in combinazione con le NDC – Nationally Determined Contributions della BM;
o Sviluppare un piano dinamico;
o Integrare un piano per l’Africa nel più ampio Climate Change Action Plan della BM, allo scopo di aumentare il contributo del continente africano fino al 28% del totale.
• Struttura del piano
Il piano si divide in tre gruppi di azioni, fondate sul concetto di resilience:
1. Strengthening resilience, lavorando su capitale naturale, fisico e sociale;
2. Powering resilience, attraverso un più ampio utilizzo delle energie rinnovabili;
3. Enabling resilience, sia in senso orizzontale, sia in senso trasversale.
I tre gruppi di azioni verranno implementati secondo una Fast Track, che si svilupperà da qui al 2020 e avrà un budget stimato attorno ai 19 miliardi USD, e una Longer Track, che si estenderà fino al 2026 con un budget di circa 24,5 miliardi USD. L’investimento totale, di circa 32 miliardi USD, proverrà per il 44% da fondi IDA, il 12% dal Green Climate Fund, il 18% da privati e il 12% da iniziative di partenariato con il settore della cooperazione allo sviluppo, col coinvolgimento di altri paesi e fonti domestiche.
Nello stendere il piano, si è cercato di stabilire obiettivi concreti (“selected”), ad esempio “10 milioni di agricoltori adottano pratiche climate-smart” oppure “produrre un Giga Watt con il solare fotovoltaico entro il 2020”. I progressi verranno monitorati attraverso indicatori relativi alla mobilizzazione delle risorse (tra il 16 e il 22%) e la promozione della resilienza (circa 75%).
Contenuto del piano
1. Strengthening resilience
Capitale naturale:
a. Climate-smart Agricolture, basata su:
i. Strategia triple-win (ridurre l’aridità, incrementare la produttività, aumentare la resilienza);
ii. Piattaforma per il dialogo regionale;
b. African Resilient Landscape, costituito da una serie di iniziative riguardanti gli ecosistemi degradati;
c. Foreste, viste come fonte di sussistenza;
d. Integrated Water Resources Management (IWRM), con progetti localizzati principalmente nel bacino del Niger e del lago Chad;
e. Climate-smart Ocean Economies, che includono attività relative a:
i. Pesca;
ii. Turismo;
iii. Porti;
iv. Fonti energetiche;
f. Erosione costiera, con particolare attenzione al problema della crescita demografica nelle zone costiere;
g. Trasporto e Climate-smart Cities.
Capitale umano e sociale:
a. Interventi strutturali;
b. Migrazioni e cambiamenti climatici.
2. Powering resilience
a. Energia solare;
b. Energia idroelettrica, con un progetto che interessa il Camerun;
c. Energia geotermica, attraverso un progetto nella Rift Valley, tra Etiopia e Kenya.
3. Enabling resilience
L’approccio trasversale include, inter alia, il ricorso a servizi idro-meteorologici, indispensabili per affrontare eventi climatici estremi, come le alluvioni.
• Cosa è stato fatto finora
Nonostante il piano sia stato presentato a fine 2015, nel 2016 si sono già mobilitate risorse per circa 3,6 miliardi USD. La previsione è di arrivare rapidamente a 13 miliardi USD.
• Opportunità & sfide
Opportunità:
1. Il piano costituisce una piattaforma comune su cui lavorare insieme a tutti i partner;
2. È possibile sviluppare sinergie tra le diverse NDC;
3. Il piano rappresenta un’occasione per rafforzare la cooperazione coi partner, sia tramite il Green Climate Fund, sia bilateralmente, ad esempio facendo leva sul “Sistema Italia”;
4. Il fondo IDA è stato rifinanziato, passando da un budget di 52 miliardi USD alla cifra record di 75 miliardi USD, destinabili soprattutto a progetti legati a gestione dei conflitti, migrazioni e fragilità.
Sfide:
1. A livello politico e di governance, specialmente nei progetti sub-regionali;
2. Nel tracking/monitoring dei progetti;
3. Di tipo tecnico, a causa delle deboli conoscenze nel campo dell’adattamento ai cambiamenti climatici;
4. Dal punto di vista geo-politico
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2006-2016: I DIECI ANNI DI DUKORERE HAMWE
Associazione italo burundese
Dukorere Hamwe – Lavoriamo Insieme
convegno con il patrocinio di SHUS
SONDRIO 12 novembre 2016, ore 16-19
Sala Vitali del Credito Valtellinese – via Delle Pergole 10
locandina – Dukorere Hamwe 10 anni
Environment, Development and Sustainability
The contemporary illusion: population growth and sustainability, pp. 1-16