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IYPH2020: SICUREZZA ALIMENTARE NELL’ANNO INTERNAZIONALE DELLA SALUTE DELLE PIANTE

IYPH2020: SICUREZZA ALIMENTARE NELL’ANNO INTERNAZIONALE DELLA SALUTE DELLE PIANTE

Si invita il più ampio pubblico alla tavola rotonda in oggetto che si terrà mercoledì 18 settembre prossimo in Aula Magna dell’Università degli studi di Milano alle 11.30. Si tratta di un evento che chiude il convegno della Società Italiana di Patologia Vegetale (https://lastatalenews.unimi.it/salute-piante-sicurezza-alimentare-statale-convegno-sipav) che, originariamente intesa come strettamente inerente alla materia del Convegno, per l’interesse più generale che sta riscuotendo anche a livello di opinione pubblica e la larga risposta degli invitati alla Tavola Rotonda stessa (cliccare il link di seguito) ha spinto ad allargare la partecipazione a Colleghe e Colleghi del TRS UniCS, ai Colleghi di UNIMI e al pubblico.

TAVOLA ROTONDA _18 SETTEMBRE 2019

 

 

E’ uscito il Libro di SHuS: “Città sostenibili”

E’ uscito il Libro di SHuS: “Città sostenibili”

E’ “nato” Città sostenibili, a cura di Bini, Dal Borgo e Fiamingo, Ed. Altravista, 2018 [Clicca qui per il download]

SHuS, quale gruppo di lavoro, si sta specializzando in forme di didattica interdisciplinare relativa alla sostenibilità, mettendola a disposizione dell’Accademia e della Pubblica amministrazione. Animato dal convincimento che l’interdisciplinarità dia migliori risultati in termini di complementarietà e completezza della ricerca e di impatto sulle società, al fine di meglio rispondere alle minacce complesse contro individui, comunità antropiche e, più in generale, la biodiversità, a partire dalla dimensione locale, SHuS, chiamando a collaborare le competenze dell’Ateneo milanese, ha prodotto questo primo strumento, certo non esaustivo, in merito alla sostenibilità urbana, al fine di mettere al servizio della società, dell’accademia e della pubblica amministrazione saperi, prospettive di ricerca ed esperienze pratiche per agevolare un dibattito non sempre fluido. Nel quadro di un sistema valoriale, si ritiene infatti che una PA avanzata non dovrebbe più rispondere a priorità ed emergenze, ma armonizzare obiettivi. Quanto questo rimanga retorica, a fronte di limiti di budget, dipende dalle capacità di armonizzare resilienza e creatività in un quadro di traguardi e costruzione continua di competenze per realizzarli, ispirate alla capacità di anticipare con coraggio e in modo coordinato, le crescenti esigenze di sostenibilità del pianeta: una vera e propria sfida, guardando ai contesti urbani.

I CURATORI: Valerio Bini, docente di Geografia dello sviluppo e politica dell’ambiente. Alice Dal Borgo, docente di Geografia regionale e di geografia dell’ambiente e del paesaggio. Cristiana Fiamingo, docente di Storia e istituzioni dell’Africa e coordinatore di SHuS.

Food For All! Relazione del Tavolo sulla diversità cui ha partecipato SHuS, 7.5.2018

Food For All! Relazione del Tavolo sulla diversità cui ha partecipato SHuS, 7.5.2018

di Cristiana Fiamingo (con estratti da FF)

In data 7 Maggio 2018, in rappresentanza di SHuS, quale coordinatre di SHuS, hjo partecipato ad uno dei tavoli Multi-Stakeholders aperti presso la Fondazione Feltrinelli, nell’ambito della settimana

Milano Food City 2018

Nell’intendimento di FF…

Il significato dell’evento

I tavoli sono pensati per riflettere sulle questioni chiave che riguardano il futuro del cibo e dell’alimentazione. Rappresentanti del mondo delle istituzioni, delle imprese, della ricerca, della società civile si confronteranno sulle trasformazioni in atto, sui trend futuri e sulle pratiche in essere per identificare questioni chiave rispetto alle quali si rende necessaria un’azione di corresponsabilità congiunta da parte degli attori economici, politici e sociali della società contemporanea. A ogni tavolo è previsto un coordinatore dei lavori. I lavori dei tavoli saranno preceduti da un inquadramento tematico e da un intervento introduttivo, mentre gli esiti saranno restituiti in una pubblicazione a cura di Fondazione, che darà opportuna visibilità ai contributi dei soggetti presenti in relazione alla tematica affrontata.

Il programma dei lavori

Ore 14,45 – 15,00 Ingresso Ospiti nella Sala Polifunzionale, alla registrazione verranno dati gli elenchi dei tavoli corrispondenti della sala polifunzionale.

Ore 15,00 – 15,15 Inaugurazione Milano Food City

Ore 15,15 – 15, 25 – Inaugurazione Food for All! e avvio dei Sette Tavoli Tematici

Ore 15,25 -16,40 I Coordinatori dei tavoli introducono i temi, come da documento, indirizzando le domande per ogni giro di tavolo che i rapporteur, provvisti di computer ai tavoli sintetizzeranno per punti durante gli interventi dei delegati. A seguire ha inizio la discussione su problematiche volta ad affinare in maniera congiunta la questione chiave sollevata dal coordinatore in apertura dei lavori.

Ore 16,40 – 16,50 I rapporteur e i coordinatori sono chiamati a chiudere il documento di sintesi dei tavoli e giungere all’identificazione di una principale questione chiave.

Ore 16,50 – 17,15 I coordinatori restituiscono la questione chiave in plenaria (max 3 minuti per intervento)

Scopo dei tavoli tematici

Ogni tavolo avrà a disposizione due ore complessive per la discussione. Sarà composto da un Coordinatore, un Rapporteur e 8-10 partecipanti. Lo scopo ultimo della discussione dei tavoli tematici è quello di individuare e/o affinare in maniera congiunta una questione chiave connessa al tema del tavolo, utile alla prosecuzione del dibattito e del presidio della ricerca, delle imprese, della sensibilizzazione e del policy making che avverrà nei giorni a seguire nel corso delle altre iniziative comprese nel palinsesto di Food for All!.

I tavoli a porte chiuse riguardavano

LE 7 VIRTU’ DEL CIBO

ho partecipato al

Tavolo tematico Diversità 

il cui intendimento era di evidenziare…

Nel quadro della multidimensionalità del cibo, il concetto di diversità assume due particolari accezioni. La prima è quella relativa al tema della diversità biologica, che racchiude l’insieme di forme di vita proprie di uno specifico territorio che modulate, adattate, gestite secondo modalità diverse, possono diventare, attraverso un processo evolutivo che mette in relazione caratteristiche ambientali e culturali, prodotti agricoli e gastronomici. Salvaguardare nella pratica la biodiversità significa utilizzare i prodotti dell’agricoltura che vengono da buone pratiche e attraverso ciò passa la tutela di un patrimonio genetico, economico e soprattutto culturale di straordinario valore, fatto di eredità contadine e artigiane ricche e complesse. L’Italia costituisce un esempio più unico che raro nel mondo per la diversità che offre in quanto a paesaggi, territori, sistemi produttivi e competenze sviluppate per saperne trarre il meglio in termini di produttivi e di diversità gastronomiche. Una diversità che è, insieme, qualità e tipicità, componenti, queste, che hanno decretato l’affermarsi a livello globale del made in Italy enogastronomico di cui il 2018, anno del cibo italiano nel mondo, sarà una vera e propria proclamazione.

La seconda accezione fa invece riferimento alla diversità culturale del cibo che determina l’identità di chi la racchiude, la coltiva, la trasmette, la tiene viva. Il sapore del cibo, le modalità di preparazione e condivisione, i racconti e le conoscenze a esso associate, aprono al ricordo della propria terra rappresentando un fattore di ancoraggio alla propria cultura madre, a scapito delle distanze geografiche e temporali.

In questo contesto siamo chiamati da un lato a comprendere come preservare la biodiversità per garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale per ciascun abitante del pianeta. Dall’altro lato a interrogarci sulle modalità attraverso cui mantenere le ricchezze e le diversità culturali senza cadere in omologazioni identitarie, a partire dalle quali sviluppare dinamiche di convivialità e socialità inclusive.

Questione chiave
A fronte dei processi di globalizzazione e della necessità di spingere sulla produzione agroalimentare per una popolazione che cresce, come è possibile mantenere la produzione di piccola scala e il portato valoriale di risorse materiali e immateriali che ci è associato?

Partecipanti
Coordinatore: Stefano Bocchi (Università degli Studi di Milano)
Rapporteur: Valentina Vaglia (Università degli Studi di Milano)

Valentina Cairo, Progetto AGER-Agroalimentare e Ricerca, Fondazione Cariplo.

Lorenzo Domaneschi Assegnista di ricerca, Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, Università degli Studi di Milano.

Matilde Ferretto Prof. Ordinario, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano Bicocca.

Cristiana Fiamingo Ricercatore Confermato, Dipartimento di studi internazionali, giuridici e storico-politici, SHuS, Università degli Studi di Milano.

Ilaria Lenzi, CSV Brand Manager presso Nestlé Waters

Walter Magnoni Filosofo e teologo, Diocesi di Milano.

Alessandro Rota, Presidente Coldiretti Milano, Lodi Monza e Brianza.

Marina Trentin, Cooperativa sociale Eliante.

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Ed ecco il report di sintesi redatto da Valentina Vaglia con l’aggiustamento dei vari contributi:

Food for All!

Milano, 7 Maggio 2015

Questione chiave: A fronte dei processi di globalizzazione e della necessità di spingere sulla produzione agroalimentare per una popolazione che cresce, come è possibile mantenere la produzione di piccola scala e il portato valoriale di risorse materiali e immateriali che ci è associato?
Tavolo di lavoro: DIVERSITA’

Abstract (max. 300 parole)

La diversità contribuisce al mantenimento della condizione omeostatica della complessità dei viventi sul pianeta Terra. Ad esempio: la diversità biologica è fondamentale per la regolazione dei sistemi suolo-aria-acqua di qualsiasi contesto ambientale, mentre la diversità a livello sociale è funzionale alla costruzione del proprio io, che relazionandosi appunto con il diverso, permette l’emergere di unicità culturali legate a contesti territoriali.

La globalizzazione e le tecnologie attuali permettono lo scambio fra diversità culturali e di beni materiali che nascono in luoghi lontani fra loro. Il risvolto negativo di questa realtà può riguardare la perdita di valore culturale e di risorse naturali, quindi di diversità, nel passaggio fra la scala locale e quella globale.

Attualmente è fondamentale un processo di advocacy per far emergere a livello politico, economico e istituzionale il valore della sostenibilità ambientale, sociale, economica e di governance associato alla diversità biologica e culturale del cibo (quindi al tempo stesso all’unicità degli elementi di cui essa stessa si compone).

Un ruolo chiave nel mercato globale è quello del cittadino, consumatore su grande e piccola scala dei beni agricoli, che andrebbe portato a riflettere sulla domanda: quando la distanza fra produttore e consumatore diventa troppa?

Una popolazione sensibile al tema della diversità, quale valore intrinseco della vita, sicuramente avvantaggerebbe il processo di mantenimento della biodiversità e, quindi, dell’unicità delle sue diverse componenti che solamente vivendo in maniera sistemica contribuiscono una con l’altra al mantenimento dei valori di risorse materiali e immateriali ad esse associato.

Questa sintesi è emersa sottolineando il valore di strumenti quali: la Carta di Milano, Agenda 2030, l’Enciclica Laudato si’ e gli sforzi portati avanti dalle discipline e dalle pratiche volte alla cooperazione nella ricerca e alla co-creazione progettuale in opposizione al riduzionismo degli studi e alla frammentazione sia delle risorse sia delle conoscenze.

Identificazione 3 principali problematiche connesse alla questione chiave
1.      Il sistema economicista attuale che governa le dinamiche di produzione agroalimentare si nutre di una realtà riduzionista, competitiva e parcellizzata che mira al benessere di pochi

  1. La globalizzazione della produzione agroalimentare mette a rischio l’unicità dei prodotti del territorio e la sopravvivenza dei piccoli agricoltori sia nei PVS sia nei Paesi Sviluppati
  2. Necessità di produzione agroalimentare per una popolazione che cresce
Identificazione 3 principali raccomandazioni in relazione alle criticità identificate
1.      Mirare ad un sistema di cooperazione fra gli attori di tutta la filiera agroalimentare (dal seme alla bocca) in maniera sistemica, considerando tutte le scale della realtà in maniera dinamica: temporale (passato, presente e futuro in relazione tra loro) e spaziale (dal generale al particolare e viceversa)

Valorizzare la diversità del territorio significa salvaguardare la biodiversità del cibo e delle culture locali. Il consumatore deve essere sensibilizzato rispetto alle scelte di acquisto dei prodotti agro-alimentari attraverso un marketing del prodotto che abbia scopi educativi e non distorsivi o confusionali

Utilizzando le attuali risorse in maniera sostenibile (utilizzo delle migliori tecniche disponibili, rispetto di regolamenti e protocolli, transizione verso pratiche agro-ecologiche ecc.) ed evitando gli sprechi il mito della necessità di aumentare le produzioni commodity per sfamare il pianeta verrebbe superato 

Conclusioni

La globalizzazione dei mercati agricoli è un processo con cui le realtà produttive di piccola e media scala possono riuscire a convivere solamente se supportate da una società consapevole rispetto all’importanza del loro ruolo nel mantenimento della diversità. Sono le piccole unicità locali che permettono di mantenere l’identità culturale del territorio e preservano nel tempo la biodiversità ad esso legata. Quindi si potrà mantenere questo tipo di produzioni solamente se enti e istituzioni lavoreranno:

–          nell’ottica degli accordi internazionali dell’Agenda Globale 2030 per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) cercando di coinvolgere anche i paesi non ancora aderenti;

–          in maniera sistemica considerando le necessità di tutte le scale della realtà in maniera dinamica;

–          alla formazione e sensibilizzazione della società rispetto alle scelte di consumo sostenibile. Insistendo innanzitutto anche per la diffusione di una informazione sempre più dettagliata relativamente a comportamenti non sostenibili da parte di stati ed imprese. Solo così saranno garantite risposte politiche adeguate volte ad ottenere comportamenti etici, relativamente a produzione e distribuzione attraverso le pressioni di una politica internazionale cosciente e condivisa.

CfP – Città sostenibili, I scadenza 5 settembre 2017 / II scadenza (massima) 15 settembre 2017

CfP – Città sostenibili, I scadenza 5 settembre 2017 / II scadenza (massima) 15 settembre 2017

SHuS – Centro di Ricerca Interdisciplinare “Sostenibilità e Human Security: Agende di cooperazione e governance ” ha INVITATO la comunità scientifica dell’Università degli Studi di Milano, Campus Sostenibile ed i collaboratori esterni, coinvolti nei progetti di questa, riconducibili al tema della  SOSTENIBILITÀ URBANA, ad avviare un confronto fra quanti si occupino di questi temi dalle più diverse prospettive disciplinari, rispondendo alla  CALL FOR PAPER  per la pubblicazione di un E-BOOK (Ed. Altravista / blind peer review) sulle CITTA’ SOSTENIBILI.

A questo LINK il testo e le specifiche della Call.

5 i filoni speculativi: 

  1. “VIVIBILE”, “SOSTENIBILE”, “SMART”: RICETTE PER LA CITTA’(DINANZA) PERFETTA
  2. FATTORI DELL’INSOSTENIBILE: POVERTÀ, INIQUITÀ E MIGRAZIONI
  3. “HUMAN SECURITY” E SERVIZI IN DECLINAZIONE URBANA: EDUCAZIONE, SANITA’, AMBIENTE ED ENERGIA
  4. FILIERE PRODUTTIVE URBANE E ACCESSO AL CIBO
  5. SOSTENIBILITÀ URBANA “COME”: POLITICHE, PROGETTI, COOPERAZIONE

«Città sostenibili»

Indice
Prefazione
1. Immaginare le città del futuro (Bini, Dal Borgo, Fiamingo)
PARTE I: APPROCCIO INTERDISCIPLINARE ALLA SOSTENIBILITÀ
2. Smart & sostenibile: un binomio possibile? Il peso della dimensione ambientale nella smart city (Maltese I.)
3. Oltre l’efficacia formale della norma: l’effettività della condivisione della governance, quale condizione di efficienza di un sistema organizzativo locale per la sostenibilità (Ciocia P.).
4. Gli antidoti inclusivi e partecipati alla caduta della crescita dei paesi occidentali tra sviluppo delle smart cities, economia della conoscenza e industry 4.0 (Pilotti L.)

PARTE II: COMUNI SMART
5. Co-creazione partecipativa e sostenibilità urbana: il ruolo della cooperazione nell’era dell’ICT (Pizzi R. e Merletti de Palo A.)
6. Strumenti di gestione del territorio e promozione della sostenibilità da parte dell’amministrazione digitale (Carullo Gh.)
7. La “smart”-cittadinanza attraverso la compliance dei siti web della Pubblica Amministrazione: il caso di studio dei Comuni italiani (Trentini A. e Sciarelli P.)
8. Sostenibilità urbana e sharing economy: la necessità di linee guida e specifiche di accessibilità pubblica dei dati per i servizi di car sharing (Trentini A. e Losacco F.)

PARTE III: PERCORSI DI SOSTENIBILITÀ URBANA E STILI DI VITA
9. L’economia circolare nelle fonti europee e il possibile cambiamento di paradigma nell’ambito dei rifiuti (Masieri C.)
10. Processi per innescare percorsi di sostenibilità urbana: la triade scuole, università e comunità locali (Ricci E.C.)
11. Luoghi ai margini: abbandoni e rinascite tra sostenibilità e utopie concrete (Dal Borgo A.)
12. Educazione alimentare e stile di vita per una cittadinanza consapevole (Lucini D.)

PARTE IV: STUDI DI CASO
13. Sustainable Campus Landscape. Prime ipotesi per la sistemazione degli spazi aperti del LITA di Segrate (Fumagalli N., Bonsignori R., Senes G., Guidetti R. e Cerri G.)
14. Società civile e democrazia partecipata: la rinascita del Tōhoku in Giappone (Miorandi A., Galvani F., Galvani Ch. e Barbieri M.)
15. La sostenibilità urbana in Africa sub-sahariana: ecological gentrification e nuove segregazioni socio-spaziali (Bini V.)
16. “Kufanenyota makumbo ari mumvura” (morire di sete mentre anneghi) città dell’Africa australe in crisi: uno sguardo da Cape Town (Fiamingo C.)
17. Lezioni da un progetto di lunga durata sull’agricoltura urbana di Dakar (Senegal) lo studio di caso del micro-jardin (De Marinis P.)

 

  • INFO LUNGHEZZA & SPEDIZIONE DEI SAGGI:
    caratteri spazi inclusi: massimo 35.000 (in caso di ritardi il range verrà ricalibrato)
  • si prega di scrivere ad entrambi gli indirizzi seguenti:

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  • le immagini devono essere di alta qualità e non saranno ammesse “istantanee” da pdf o altre pubblicazioni on-line; l’eventuale riproduzione deve essere a cura dell’autore e con indicata la fonte originale.

Si raccomanda di attenersi strettamente a quanto prescritto nel template, anche per quanto riguarda la bibliografia.

Il programma di SHuS 2017

Il programma di SHuS 2017

Casa della cultura 18,00-20,00
Tavola rotonda
Venerdì 7 aprile 2017

CITTÀ SOSTENIBILI – Comunità scientifica e cittadinanza attiva: idee, proposte, azioni

con Valerio Bini, Luca Ciabarri, Patrizio Ponti e la partecipazione di Damiano di Simine (Legambiente)

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Seminario SHuS 2017 PROGRAMMA PROVVISORIO
Università degli Studi di Milano: La Statale, via Festa del Perdono, 7 MILANO

28 APRILE 2017  Sala crociera studi umanistici
“Vivibile”, “sostenibile”, “Smart”: quale ricetta per la citta’(dinanza) perfetta?

5 MAGGIO 2017 Sala Malliani
Fuga dall’insostenibile: povertà, iniquità e migrazioni

12 MAGGIO 2017 Sala Malliani
“Human security” e diritti d’accesso ai servizi in declinazione urbana:  educazione, sanita’, ambiente ed energia

19 maggio 2017 Sala lauree Studi umanistici
Filiere produttive urbane

26 maggio 2017 aula 431
Sostenibilità urbana “come”: politiche, progetti, cooperazione

Il seminario è gratuito e la frequenza a ciascuna sessione dà diritto ad un certificato di frequenza a richiesta. Si prega di iscriversi al massimo entro il 20/4 per dare modo di adeguare le aule alle presenze.

Per iscrizioni: shus.cri@gmail.com
indicando in oggetto: “Seminario SHuS 2017”

UK Science @ EXPO Milano – Facts and The Future”

UK Science @ EXPO Milano – Facts and The Future”

Si trasmette la lettera di Claudia Sorlini, presidente del Comitato scientifico presso il Comune di Milano per Expo (15 marzo 2016)

Cari tutti,

il Science and Innovation Network e l’Ambasciata Britannica a Roma organizzano, per giovedì 24 marzo p.v. alle ore 18.30, a Milano, l’iniziativa: “UK Science @ EXPO Milano – Facts and The Future”.
Evento volto ad illustrare tutte le attività organizzate dal network in occasione di Expo 2015, presentato dal Prof. Sam White, Assistant Director del Agri-tech Strategy and UK Centrers for Agricoltural Innovation, UK Department of Business, Innovation and Skills, con il quale si potrà anche discutere delle più recenti iniziative nel settore dell’agri-tech in Gran Bretagna e di eventuali progetti europei.

L’evento avrà luogo a Milano, presso Copernico, in Via Copernico 38, alle ore 18.30 del 24 marzo 2016, in allegato l’invito ufficiale, rsvp da inviare a: chiara.barbieri@fco.gov.uk

Ritengo questa una valida iniziativa e spero che possiate parteciparvi. Qualora lo vogliate, fatemi sapere se siete interessati.

Cordialmente

Claudia Sorlini

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Claudia Sorlini
President of the Scientific Committee for Expo
Municipality of Milan
comitatoscientifico.expo@comune.milano.it
csexpo.patrocini@comune.milano.it
www.comitatoscientifico-expo2015.org
Tel. +39 02 88464586

Past full professor of Agricultural Microbiology
University of Milan – Via Mangiagalli – 20133 Milano
www. defens.unimi.it – claudia.sorlini@unimi.it

 

MOSTRA: Acque ​​e ​terre di Lombardia, Milano, 30 settembre-29 ottobre 2015

MOSTRA: Acque ​​e ​terre di Lombardia, Milano, 30 settembre-29 ottobre 2015

“In zona Cesarini” trasmetto l’invito all’inaugurazione della mostra  Acque ​​e ​terre di Lombardia :una mostra che, nelle parole di M. Bascapé

“offre ai Milanesi – e a tutti i visitatori di Milano (anche in lingua inglese), nell’ultimo mese di Expo – un meraviglioso “racconto” della storia e della vita delle campagne lombarde attraverso i secoli, dal Medioevo fino alle trasformazioni del presente:

​​

​​​​ Immagine incorporata 1

Acque ​​e ​terre di Lombardia

www.acqueterre.it

L’inaugurazione si terrà Martedì 29 settembre alle ore 18.00

Biblioteca Nazionale Braidense, Sala Maria Teresa

Via Brera, 28 – Milano

Durata: 30 settembre – 29 ottobre 2015
Da lunedì a sabato ore 9.30 – 13.30.
​Ingresso libero. 

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Philip McMichael and Birgit Müller: The Land-Grab Trap: Is There a Will to Govern Global Land Grabbing?

Philip McMichael and Birgit Müller: The Land-Grab Trap: Is There a Will to Govern Global Land Grabbing?

by Philip McMichael and Birgit Müller (September 2014)

Pause in the negotiations in the Red Room of the Food and Agriculture Organization (FAO).  How to govern the “global land rush”1 was at issue in the final negotiations on the Principles for Responsible Investment in Agriculture and Food Systems at the Committee for World Food Security (CFS) in Rome, held 4–8 August 2014.
For a week, a policy drama unfolded. On stage were private sector organizations, clearly supported by the United States, Canada, and Russia, that wanted to prevent any regulation of investments. Opposing them were Civil Society Organizations (CSOs)—supported by Brazil, Ecuador, and, to some extent, Indonesia and Sudan—that wanted commitments from the governments to assume their obligations to govern investments in such a way as to realize the right to food as a national priority.
Food producers and land and water users have experienced a long-simmering crisis. Over several decades, governments—with International Monetary Fund (IMF) and World Bank pressure—and corporate markets have undermined or destabilized their production systems; investors and states have seized land, wetlands, and forests2; and farm, plantation, and food workers have suffered declining wages and exploitative working conditions. Altogether, these deteriorating conditions triggered, over the past quarter century, a vast range of struggle, mobilization, and development of alternatives in all regions. By the first decade of the twenty-first century, the crisis came to a head, as financial speculation and monopoly pricing of agro-inputs, combined with rising energy costs of industrial foods and use of cropland for agro-fuel production, triggered a spike in food prices worldwide.
In June 2008, the Terra Preta Forum, organized by civil society alongside the Food and Agriculture Organization (FAO) World Summit on Food Security, noted:
The serious and urgent food and climate crises are being used by political and economic elites as opportunities to entrench corporate control of world agriculture and the ecological commons.
Crisis conditions provided cover for political and economic elites to impose their will. Transnational and domestic corporate investors, governments, and local elites took control over large quantities of land (and its minerals and water) to produce food, feed, biofuel, and other industrial commodities for the international or domestic markets. The World Bank entered into an alliance with the G8 countries and corporate philanthropists like the Gates Foundation, feeding the world the idea that private agricultural investment was the solution to crisis. Conversely, the obvious crisis in multilateral governance also made the reform of the CFS possible. This restructuring in 2009 opened up a space for the food-insecure populations themselves, among them small producers from all over the world. For the first time in United Nations history, civil society organizations and private sector organizations were sitting with representatives of governments around the table to discuss and make proposals about food policy issues.

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Sulla Conference on Land Policy in atto ad Addis Abeba / 11.14 Nov. 2014

Sulla Conference on Land Policy in atto ad Addis Abeba / 11.14 Nov. 2014

Sembra doveroso riportare queste sacrosante osservazioni dell’Oakland Institute che riguardano la Conferenza sulle politiche relative alla terra in Africa, che si sta svolgendo – spudoratamente – ad Addis Abeba in questi giorni: la capitale dell’Etiopia che ospita le principali OI africane a dispetto di una mancanza di rispetto assoluta nei confronti della propria popolazione. Addis Abeba è responsabile di una pluriennale storia di evizioni violente nei confronti dei suoi contadini che, nel nome della villagizzazione, “fa posto” alle multinazionali che acquisiscono terre in Africa.

A Statement from the Oakland Institute on the Conference on Land Policy in Africa

Contact: Anuradha Mittal, amittal@oaklandinstitute.org, +1-510-469-5228+1-510-469-5228

There is no doubt that a critical dialogue on the issue needs to take place. But holding such a meeting under the guidance of and in the backyard of one of the world’s worst offenders of land-based human rights abuses, seriously jeopardizes any well intentioned plan for designing land policies that will ensure true development, recognizing rights of smallholder farmers, the indigenous, and the pastoralists in Africa. The Conference on Land Policy in Africa starts today, November 12, 2014, in Addis Ababa, Ethiopia.  Government officials, representatives from international institutions, aid agencies, and civil society organizations have gathered around the theme “ensuring agricultural development and inclusive growth.”

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